Projet «Le modèle européen: son passé, son présent et son avenir (EUMOD)»
L'Europa in Medio Oriente: la risposta dei Nove alla rivoluzione iraniana
Claudia Castiglioni
Università Ca’ Foscari, Venezia
La rivoluzione che nel gennaio 1979 rovesciò il regime dello Scià Mohammed Reza Pahlevi e preparò la strada per l’istaurazione della Repubblica Islamica d’Iran si inserì in un momento di forte cambiamento e dinamismo del progetto europeo. A quasi dieci anni dall’introduzione del processo di cooperazione politica europea (CPE) e a quattro dalla conferenza di Helsinki, la rivoluzione andò a rappresentare un interessante banco di prova per la capacità della CEE di agire in maniera autonoma e autorevole sul fronte internazionale, soprattutto in un ambito geografico, quello mediorientale, da sempre considerato un contesto privilegiato per l’azione europea. Partendo da queste premesse, la presentazione si propone di indagare la politica adottata dalla Comunità europea nei confronti dell’Iran in risposta alla rivoluzione. Nel fare ciò, la presentazione affronterà una serie di tematiche distinte ma strettamente correlate:
- Le conseguenze della rivoluzione sulle relazioni tra l’Iran e la Comunità, dando particolare rilievo al suo impatto sulla collaborazione economica ed energetica.
- L’analisi delle iniziative adottate dalla Comunità in risposta agli eventi iraniani sia a livello di CPE sia di istituzioni europee quali Consiglio e Parlamento.
- Il livello di coesione dimostrato dalla Comunità europea e la sua capacità di adottare un corso d’azione in risposta al cambio di regime a Teheran. Particolare attenzione verrà data al concetto di ‘modello europeo’ inteso come espressione da parte della CEE di un approccio unico e distintivo alle crisi internazionali e all’identificazione di elementi ad esso riconducibili nella condotta adottata all’indomani della rivoluzione.
- La comparazione tra le politiche messe in atto da alcuni dei membri più rilevanti della CEE.
- Il ruolo svolto dalla cornice geo-strategica della guerra fredda e dei suoi imperativi nella formulazione della politica estera della Comunità e la loro rilevanza nelle dinamiche atlantiche.
Il tema ha finora ricevuto un’attenzione solo marginale da parte della letteratura. La maggior parte degli studi che ha preso in esame le conseguenze internazionali della rivoluzione iraniana si è concentrata sulle relazioni tra Teheran e le due superpotenze, in particolare gli Stati Uniti. Allo stesso tempo gli studi che si sono occupati della politica estera europea nella seconda metà degli anni Settanta si sono spesso concentrati sugli aspetti critici del processo decisionale, sulla dialettica transatlantica e sul ruolo europeo nella distensione. Ciononostante il tema è tutt’altro che secondario: analizzare la risposta della CEE alla rivoluzione iraniana significa, solo per fare qualche esempio, prendere in esame gli effetti del secondo shock petrolifero sulla partnership economica tra l’Europa e uno dei principali paesi OPEC e con l’evoluzione della politica estera dei Nove in un momento di timido rilancio del progetto europeo e nella fase di intensificazione delle tensioni internazionali nota come ‘seconda guerra fredda’.
La presentazione si articolerà in tre parti: la prima affronterà le premesse e l’evoluzione del rapporto di collaborazione che la Comunità europea sviluppò con Teheran a partire dalla sua nascita e, in particolar modo, nel decennio precedente alla rivoluzione. La seconda parte prenderà in esame le la reazione dei Nove alla rivoluzione del 1979, le strategie individuali e collettive che vennero adottate per limitare le conseguenze del cambio di regime a Teheran e l’interazione tra tali strategie. La terza parte partirà da tali elementi per fornire una valutazione degli strumenti a disposizione della Comunità nell’ambito della politica estera, i loro punti di forza e limiti così come emersi nella gestione di una crisi internazionale dalle conseguenze traumatiche a livello locale, regionale e globale come la rivoluzione iraniana.
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